Renzo Bassi
Riflessioni...neuromusicali (prima parte)
La musica pervade molto la vita di tutti noi con l’ascolto di quella radiofonica “x giovani” fruita per molte
ore al giorno, di quella “scelta” da parte di molti appassionati, di quella “da lettore mp3”, da parte di
schiere di sportivi, per non parlare della diffusione di musica digitalizzata( specie CD) che ora viene
pubblicizzata e venduta per il benessere di utenti selezionati, dalle gravide ai bambini alla persone
disturbate nella psiche e nel corpo. E per appunto la musico-terapia si sta imponendo e diffondendo su larga
scala per vasti strati di utenti, per varie patologie e per migliorare il disagio sociale specie negli anziani e
raggiungere benessere in stati di sofferenza disparati fino al cosi detto uso di “accompagnamento” negli
stati terminali. Parliamo di musica ascoltata ma vi sono serie iniziative istituzionali per diffondere la
capacità di far musica attivamente imparando uno strumento sia per bambini sia per gli anziani.
>Ma perché la musica ha queste straordinarie capacità?<
Moderne tecniche di studio del cervello ( e di quello che succede dentro quando si ascolta o si fa
musica), come la risonanza magnetica funzionale, e , l’elettro-encefalografia, permettono di seguire il
percorso che fa la musica dalla sua ricezione alla elaborazione nel nostro cervello. Si è così scoperto che
dopo aver utilizzato la via comune dell’udito , dall’orecchio al tronco dell’encefalo e alle strutture dei lobi temporali, essa viene
analizzata e scomposta nelle sue varie caratteristiche ( timbro melodia, ritmo, frequenza), in parallelo, in molteplici stazioni cerebrali
arrivando ad una regione centrale del cervello, il lobo limbico e strutture vicine fondamentali per la risposta emotiva ( il piacere) con i
suoi riflessi sulle reazioni vegetative ( vedi pressione, battito cardiaco, sudorazione) e infine per la memorizzazione. E’ lo stesso
circuito del piacere delle droghe, delle ludopatie, financo del sesso e del cibo, che spiegano perchè ne traiamo piacere nell’ascolto, … e
dl funzionare alla stregua di una droga; infatti viene sempre rilasciata la stessa molecola del piacere : la Dopamina.. Ma le vie musicali
si allacciano poi ad altre strategiche zone cerebrali come quelle x il movimento, la programmazione e la coordinazione (già da piccoli i
bambini si dimenano in risposta alla musica) ma spiegano pure perché si stia individuando un ruolo terapeutico per molte malattie che
causano limitazione dei movimenti ( paresi), in varie disfunzioni neurologiche , dal parkinson all’ictus alla sclerosi multipla. Per le
connessioni coi icentri della memoria trova ampia utilità anche per la demenza di alzheimer.
Seppur ancora in discussione, legato all’ascolto o della musica ci sarebbe pure l’effetto Mozart, un grande aiuto per o sviluppo
dell’intelligenza ne bambini che ascoltino musica scelta / vedi pezzi di Mozart./, anche quì per la capacità della musica nell’attivare in
pratica tutte le zone del cervello il quale beneficia dei i caratteri ordinati, ben elaborati e ripetitivi della musica classica/barocca.
Molti si chiedono come mai la musica ha conquistato questo posto nella nostra vita; Secondo la visione prospettiva storica e
dell’evoluzione, come sostenuto da Darwin, una capacità o funzione nei viventi si impone se è necessaria alla sopravvivenza, con lievi
migliorie nel tempo, da funzioni analoghe. Nell’uomo potrebbe essere per evoluzione della funzione del linguaggio, e in virtù di poter
migliorare la vita /la socialità, la crescita della prole, favorendo le reazioni motorie. Di fronte ad una risorsa così formidabile a costo
praticamente zero, a km zero, alla portata di tutti, con piacevolezza, ci è permesso coltivare un grande sogno, quello di una società
molto musicalizzata in cui la musica è assolutamente pervasiva, insegnata fin da bambini nelle scuole, favorita con programmi statali e
territoriali, e poi fatta ascoltare con l’educazione per quella che è migliore scoraggiando quella deteriore, ad abbondante disposizione e
fruizione delle varie classi sociali, anche negli ambienti di lavoro e di aggregazione con l’aiuto di formatori per l’utilizzo migliore della
musica. Aiuterà e consolerà tutti ma soprattutto le classi più deboli come anziani, handicappati, malati, combattendo le difficoltà della
vita e la solitudine, i momenti di tristezza e la depressione. Sarebbe pure una formidabile ginnastica x il corpo e il cervello grazie alle
moltissime aree attivate: lo si sa molto bene in riabilitazione dove già si utilizza al posto delle deludenti terapie
farmacologiche:ovunque,per sempre ,in tutta la vita/ dalla culla alla bara si potrebbe dire. Musica sì ma scelta e sulla base delle
preferenze individuali musicali, come suggerito dagli studi in materia; la musica migliore è quella he ci fa ricordare e che ci fa
muovere/danzare-emozionare.
Renzo Bassi
neurologo - legnago
Musica e musicoterapisti
La musica pervade molto la vita di tutti noi,è la colonna sonora dei nostri anni migliori,è di straordinario valore ricreativo,è
universalmente accettato che sia fonte di piacere e di reequilibrio ,tanto che il suo uso è difficilmente inscindibile da un arma
professionale di terapia.La musico-terapia si sta imponendo e diffondendo su larga scala per vasti strati di utenti, per varie patologie e
per migliorare il disagio sociale( e negli anziani) e raggiungere benessere in stati di sofferenza disparati ed a scopo palliativo fino al
cosi detto uso di “accompagnamento” negli stati terminali.Ci si chiede come la musica abbia conquistato questo; Secondo la visione
prospettica dell’evoluzione, come sostenuto da Darwin, una capacità o funzione nei viventi si instaura se è necessaria alla
sopravvivenza, con lievi migliorie nel tempo, da funzioni analoghe. Nell’uomo potrebbe essere per evoluzione della funzione del
linguaggio, e allo scopo di poter migliorare la vita ,la socialità, la crescita della prole, favorendo le reazioni motorie. È certamente
un’attività complessa, particolarmente rappresentativa delle funzioni cognitive superiori e del cervello dell’uomo , cervello musicale che
è stato favorito dalla nostra corteccia prefrontale allargata, e innumerevoli connessioni di aree corticali e subcorticali.
Moderne tecniche di studio del cervello ( e di quello che succede dentro quando si ascolta o si fa musica), come la risonanza magnetica
funzionale, SPECT e magnetoencefalografia, permettono di seguire il percorso che fa la musica dalla sua ricezione alla elaborazione
nel nostro cervello. Si è così scoperto che dopo aver utilizzato la via comune dell’udito , dall’orecchio al tronco dell’encefalo e alle
strutture dei lobi temporali, essa viene analizzata e scomposta nelle sue varie componenti ( timbro, melodia, ritmo, frequenza o
altezza,metrica), in parallelo, in molteplici stazioni cerebrali arrivando ad una regione centrale del cervello, il lobo limbico e strutture
vicine fondamentali per la risposta emotiva ( e il piacere) con i suoi riflessi sulle reazioni vegetative e infine per la memorizzazione. E’ lo
stesso circuito del piacere delle droghe, delle ludopatie, financo del sesso e del cibo, che spiega perchè ne traiamo piacere
nell’ascolto, … e di funzionare alla stregua di una droga; infatti viene sempre secreta la stessa molecola del piacere : la Dopamina. Ma
le vie musicali si allacciano poi ad altre zone strategiche cerebrali come quelle x il movimento , la programmazione(lobi frontali) e la
coordinazione(cervelletto) e spiegano pure perché si stia individuando un ruolo terapeutico per molte malattie che causano limitazione
dei movimenti ( vedi paresi), in varie disfunzioni neuropsichiche , dal parkinson alle patologie psichiatriche . Per le connessioni coi
centri della memoria(ippocampo) trova ampia utilità anche per le malattie dementigene.La musica è connessa alle emozioni, e al
movimento; la parola "emozione" significa proprio "muoversi verso".
Un studio recente di epigenetica (Kanduri et al., 2015) dimostrerebbe che l’ascolto di musica classica aumenta l’attività dei geni
coinvolti nell’apprendimento e nella memoria, e allo stesso tempo riduce l’attività dei geni implicati nella neurodegenerazione aiutando
a spiegare i numerosi effetti sul cervello della musica, e il suo grande potere nell’aumentare la memoria e le prestazioni cognitive,
La musica può fare la differenza nella buona riuscita di una performance sportiva essendo di più di sottofondo . Si trova riferito che,
secondo studi inglesi, aiuterebbe a controllare i livelli di attivazione (arousal) legati alla gara, potrebbe aumentare la resistenza fisica
del 15%. e migliorare del 20% le prestazioni sportive (vedi incremento della corsa col ritmo musicale) .( MIKE BLAKE/REUTERS)
Seppur ancora in discussione, legato all’ascolto della musica ci sarebbe pure l’effetto Mozart trans specie , una grande spinta per lo
sviluppo dell’intelligenza nei bambini(e topi) che ascoltino musica scelta / vedi pezzi di Mozart,ma non solo/, anche quì per la capacità
della musica nell’attivare in pratica tutte le zone del cervello il quale beneficia dei i caratteri ordinati, ben elaborati e ripetitivi della
musica classica/barocca.
Di fronte ad una risorsa così formidabile a costo praticamente zero, a km zero, alla portata di tutti, con piacevolezza,si è pensato di
estendere questa risorsa da uso personale a strumento formalizzato di terapia. Sarebbe da usare nell’ambito di aiuto al benessere
fisico e psichico come un potente tonico e ginnastica x il cervello e per il corpo e grazie ai moltissimi circuiti coinvolti: va benissimo
anche in riabilitazione dove già si utilizza al posto delle deludenti terapie farmacologiche e nella ricerca di nuove strade terapeutiche :
Musica sì ma scelta e sulla base delle preferenze individuali musicali, come suggerito dagli studi in materia; la musica migliore è quella
che ci fa ricordare e che ci fa muovere/danzare-emozionare.
Antico e profondo è il legame tra musica e medicina. Sin dalle sue origini, l'uomo conosce il potere del suono e della musica sui viventi.
Apollo era il dio della medicina ma anche della musica, grande il potere della musica nel mito greco di Orfeo ed Euridice e i famosi
filosofi greci Platone ed Aristotele ne erano convinti sostenitori.
Non è quindi la musicoterapia una terapia integrativa, e di supporto più che alternativa ? non pare alternativa( ai comuni trattamenti) e
non è citata nella bozza di regolamento delle medicine non convenzionali/complementari. E’ priva di effetti collaterali, , si ritrova
dappertutto ed è gestita un po’ da tutti. E’ usata come ipnotico,antidepressivo e sedativo che possiamo autonomamente assumere in
ogni momento senza rischi, controindicazioni e interazioni.
La creazione e poi l’inserimento di una nuova figura professionale di Musicoterapista specie nei servizi sanitari pubblici pone una serie
di problemi, da quelli formativi,normativi a quelli economici. Assodato il ruolo riabilitativo specie nel campo neurologico. , in
particolare neurodegenerativo.,ma non solo, si spiega come si richieda un professionista ben preparato ad hoc.:Tal valenza terapeutica
è supportata da grande mole di produzione scientifica, anche da revisioni sistematiche (pur con elementi criticabili ricorrenti come
casistiche esigue) . Sembra lievitato il livello scientifico della preparazione e qualche docente parla anche della evidence based
musicotherapy e guida a lavori di ricerca /pubblicazioni.
l'impiego di professionisti della musicoterapia nelle istituzioni, centri di riabilitazione,associazioni (e famiglie) come si pone x per il
rapporto con gli altri operatori socio-sanitari e il team medico ?. Le varie scuole e conservatori in Italia negli ultimi anni hanno sfornato
centinaia di musicoterapisti con preparazione in realtà anche su temi sanitari,-psicologici e sociopedagogici che ovviamente sgomitano
per recuperare posti di lavoro, mentre è proprio difficile l’alternativa di formare operatori esistenti ad usare bene la musica in terapia
.
secondo organizzazione mondiale di musicoterapia. è una modalità di approccio alla persona che utilizza la musica o il suono come
strumento di comunicazione non-verbale, per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di condizioni
patologiche e parafisiologiche;è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) con un utente o un
gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, relazione apprendimento, la motricità, l'espressione,teso a
soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive che può migliorare la qualità della vita con un processo
preventivo, riabilitativo o terapeutico. Non è forse una forma speciale di psicoterapia?.
nei tempi moderni l’utilizzo terapeutico della musica fiorisce negli USA , con l’applicazione sui veterani delle 2 guerre mondiali, Nel ‘44
si inaugura il primo corso di laurea in musicoterapia e dal ‘94 è classificata come prestazione d’opera rimborsabile sotto beneficio
secondo gli specifici programmi di ospedalizzazione… In italia nasce la prima scuola di “musicoterapia” ad Assisi dall’ ‘82, seguita da
corsi del dipartimento di musicoterapia all’interno di 4 conservatori italiani, tra cui Verona(titolo significativo: Diploma di Operatori
musicali x il benessere della persona) e molti corsi privati Si contano:almeno 3 se non 5 Scuole di pensiero, compreso l’indirizzo
psicodinamico.
La legge marzo 2014 in italia .classifica la figura del musicoterapista nelle cosidette arteterapie e professioni non regolamentate
mentre L’attesa legge lorenzin, del marzo 2018, non da ancora l’opportunità dell’ ambìto inserimento nel socio-sanitario , poichè
questo dipende dai decreti attuativi non ancora pubblicati
Come spesso succede , la musicoterapia avrebbe il riconoscimento consolidato nella pratica , ma non ancora concluso dal punto di
vista giuridico con equivoci sulla possibilità di lavoro, in specie nel campo sanitario pubblico..Per ora la possibilità di un inserimento
nella sanità pubblica del musicoterapista è limitato solo a progetti e finanziamenti estemporanei specie se con formazione , limitati nel
tempo e ricompensa.
In Italia attualmente il musicoterapeuta in realtà opera nelle case di riposo, ASL(ospedali) , nelle scuole, negli istituti di riabilitazione,
negli studi privati, individualmente o in collaborazione conaltre figure sanitarie. Si occupa di molteplici casi di disagio psichico e fisico
e disturbi dell’apprendimento.
un campo importante di applicazione della musicoterapia è il morbo di Parkinson ove è utile una musica molto scandita, associata alla
danza. Rappresenta uno stimolo che può migliorare la fluidità e coordinazione dei movimenti e far superare quei momenti di
inceppamento motorio o congelamento che bloccano il passo e il cammino (freezing).. Musica comunque associata a movimento/danza
come Il tango, in particolare quello argentino, che è stato molto enfatizzato per le sue capacità terapeutiche, forse sull'onda
del'entusiasmo di appassionati e di scuole di ballo;sono insorti allora gli irlandesi a proporre la loro danza ( irlandese ) e i brasiliani il
valore dei loro balli nazionali( samba, bossa, salsa). Verosimilmente anche balli “italiani” come la mazurka, la polka e il walzer
potrebbero esser usati nella riabilitazione del parkinson grazie a ritmi semplici, improbabilità a provocare cadute , contesto culturale
più invitante. L’esperienza della clinica neurologica di Ferrara è di riferimento: propone attività di neuro- riabilitazione di gruppo in
palestra incentrata sul modello “guidato”di attività motoria con musiche piacevoli.
Per il decadimento cognitivo e il classico morbo di Alzheimer la musicoterapia ha preso piede decisamente sia nella forma attiva
(paziente protagonista anche con strumentazione semplice) con la guida di un musico terapista,con improvvisazioni, per lo più di
gruppo tipo "band" di pazienti , ,che passiva ( semplice ascolto di musica )Molto usate le musiche della tradizionale nazionale, classica,
e della propria giovinezza che riducono sopratutto i disturbi del comportamento, come agitazione e aggressività, migliorano l'appetito e
fanno integrare maggiormente il paziente nella istituzione . Molti utilizzano l’ascolto di musica sia classica che moderna per l'azione
di rinforzo della memoria e sedativa in quei pazienti in cui si hanno effetti collaterali disturbanti dei sedativi tradizionali,( vedi demenza
di Lewy), disturbi del sonno persistenti,insopportabili ai familiari. Nonostante la insistente richiesta dei familiari e badanti motivati dal
desiderio di trascorrere notti tranquille, l'uso di farmaci sedativi e ipnotici porta inevitabilmente a abbassare le capacità mentali di
persone che necessitano di azione esattamente contraria , senza sedazione: Nasce allora un contrasto tra familiari e medici coscienziosi
tesi a ridurre piuttosto che aumentare i farmaci, ma con colpi di mano del caregiver che può cedere ad un sempre maggiore uso dei
sedativi .Consigliato metter a disposizione del paziente una raccolta ( playlist) personalizzata di musiche piacevoli, scelte proprio dal
paziente, caricate a ripetizione, che utilizzano tecnologia molto semplice. ottimale se chi assiste farà anche canticchiare i pezzi, inciterà
a passi di danza e …sopporterà anche dei momenti negativi .. Nonostante il deterioramento cognitivo della persona le competenze
musicali di base, quali intonazione, sincronia ritmica e senso della tonalità , permangono intatte, permettendo un interazione attraverso
il suono, la melodia ed il ritmo, (P.Reani: tesi)
Altre applicazioni emergenti sono in vari deficit del movimento, nell’ictus , la SLA e Sclerosi multipla e settori di confine come il
coma/stati vegetativi , nel dolore (oncologia e chirurgia) e stati terminali con una grande massa di buoni lavori scientifici di conferma.
Molti stili e generi musicali possono andar bene, l’efficacia non dipende dalla preparazione musicale del paziente. Ma quali brani
musicali sono sicuramente terapeutici per patologie specifiche? E’ in fase di sperimentazione l’uso di brani composti con l’aiuto di
intelligenza artificiale per avere uno strumento ripetibile, oggettivo,quindi specifico x il disturbo da curare . Il musicoterapista
dovrebbe sempre proporli al paziente/-cliente sulla base di una profonda e approfondita conoscenza della storia, problematiche clinico
e psicologiche , mezzi a disposizione e il progetto. Potrà usare le varie frecce della sua faretra musicale con la sua esperienza di
musicista ma anche di animatore/performer.
La capacità della musica di coinvolgere e stimolare multiple aree cerebrali non solo motorie è utilizzata in vari campi della
riabilitazione neurologica infantile vedi in particolare danni da cerebrelesioni acquisite o congenite/, a partire dall l’autismo . Il
supporto della letteratura è corposo ,anche se va sempre ben analizzato . Sempre a Ferrara la clinica neurologica tiene proprio corsi
di riabilitazione musicale per malattie neurologiche .
Letture da consigliare con valenza sia scientifica che narrativa sono: Musicophilia/ storie di musica e cervello/di Oliver Sacks ovvero
la riabilitazione miracolistica/romanzata della musica:raccolta di storie sul potere terapeutico della musica su vari pazienti tra cui
personaggi famosi e musicisti. Sacks è il prolifico autore di romanzi poi filmati come RISVEGLI, e pioniere della musicoterapia a
Newyork in casa di riposo nel dopoguerra. Da leggere fino in fondo i libri di Daniel J. Levitin , altro ebreo ed eclettico studioso,
musicista,ingegnere, neuropsicologo con un libro che che è la summa del sapere scientifico su musica e neuroscienze.; il mondo in 6
canzoni. Musica e il cervello di Critchley e Henson è una ottimo testo di base.Preziosa l‘opportunità di fruire (liberamente) della ben
fornita biblioteca del conservatorio di Verona.
Dr.Renzo Bassi / Neurologo
Si Ringraziano per i suggerimenti i musicoterapisti prof. Paolo Caneva e d.ssa Paola Reani
RIFLESSIONI NEUROMUSICALI: AGGIORNAMENTI.
Il genio musicale è genetico?: Si eredita il carattere o si diventa geniali per il sommarsi di vari elementi, come l'ambiente
familiare con l'incoraggiamento a ..., l'intelligenza, la possibilità di praticare musica presto, molte risorse a disposizione?
Sebbene l'eredità sembri suggestiva in molte famiglie come quella Bach, che aveva uno stuolo di15 figli- tutti musicisti, come gli avi per molte
generazioni, prevale l'dea che conti più l'ambiente,con la particolarità che le famiglie "musicali" ereditano la predisposizione a fare musica
indipendentemente dallo strumento : i fratelli possono essere ben musicisti, ma l'uno pianista l'altro violinista o flautista o batterista. Pare proprio
che la maggior parte del genere umano abbia delle buone doti musicali innate e che tutti possano raggiungere un discreto livello musicale
con l'esercizio e una buona motivazione.
Peraltro nel cromosoma 8 si sono visti dei geni del musicista, implicati in più di un tratto musicale, per esempio nell’orecchio assoluto, ma anche il
cromosoma 4 è legato ad (altri) caratteri musicali. Numerose persone si considerano stonate, una condizione che sappiamo rara in natura, dato
che l’amusia congenita (incapacità di "sentire" la musica) colpisce il 4% della popolazione.
Basi biologiche-evolutive della musicalità: la musicalità è una positiva evoluzione-epifenomeno- del linguaggio
che si basa sulle possibilità neuroanatomiche e plasticità cerebrale umana, assieme all'utilità sociale e forse l'influenza sulla riproduzione. Sacks
ripeteva che l'uomo è in essenza "musicofilico". Le sue caratteristiche, in una svolta evolutiva, hanno incrociato la "musica" esaltandone al
massimo le potenzialità. L'uomo sarebbe l’unico che apprezza la musica tra i primati; avrebbe sviluppato la sua affinità musicale perchè gli ha
permesso interazioni sociali complesse, arricchendo il linguaggio verbale con una comunicazione più ricca di emozioni. Nei popoli più primitivi ha
valore sopratutto per lo stare assieme.
Puntualizziamo: Non esiste un centro cerebrale della musica! In linea di massima, nell'elaborare una
melodia prevale l’emisfero cerebrale destro(l'artista). Il cervello sinistro (il ragioniere) invece fa un’analisi dettagliata. C'è differenza nella parte del
cervello attivata nell'ascoltare musica tra musicisti ed inesperti. Oltre che la "dominanza" delle due metà cerebrali è studiata anche la dominanza di
un orecchio sull'altro.
Il cervello sembra possedere un substrato altamente specializzato riservato alla musica, che si avvale della presenza di multiple stazioni e circuiti
ampiamente distribuiti. Ascoltando i vari tipi di musica, (penso più alle rilassanti che alle allegre), abbiamo nette modificazioni del sistema
vegetativo che regola funzioni come la pressione arteriosa(può ridursi), il respiro e ritmo-battito cardiaco( rallentarsi) e la sudorazione/(bloccarsi).
Controllare per credere.
Efficacia della musica nella pratica sportiva: è comprovata per il raggiungimento di buoni risultati; utile per
accompagnare, dettare il ritmo di una attività fisica -motoria competitiva ma anche per facilitare quella da palestra x mantenerci in salute e forma.
Spesso un supporto prezioso per l'attività motoria da lieve a moderata ma anche un buon sottofondo e compagnia per il lavoro fisico e mentale
monotono.
Movimento e emozione: la miglior musica è quella dal vivo perchè più coinvolgente , più accattivante. Lo spettatore gode nel vedere
movimenti ed espressioni emotive del musicista che potenziano il messaggio musicale. E' più piacevole se è prevista una pre-spiegazione/
esegesi, come nelle visite guidate. Brani musicali come i ballabili o le marce provocano risposte decisamente motorie: ci troviamo
automaticamente a battere il tempo con il piede o con movimenti del corpo. Anche le buffe mossettine dei piccolini con la musica e canto dicono
quanto essa è legata-induce al movimento. Il far musica attiva è molto consigliato anche ai malati perchè stimola svariati sistemi motori, dà più
soddisfazione e impegna di più il cervello.
Efficacia nelle malattie e benessere: E' decisamente confermato l'utilizzo della musica e musicoterapia nel vasto campo
riabilitativo in un crescente numero di malattie specie neurologiche , dall'Alzheimer al Parkinson, dalla sclerosi multipla a forme degenerative, così
come nelle varie forme di paresi- paralisi -in primis l'ictus-, dalle psicosi alla SLA, dalla fibromialgia all'artrite, dalla palliativa all’autismo. Assieme
alla figura del fisiokinesiterapista potrebbe esser richiesta l'opera di un musicoterapista anche privatamente (o attraverso le associazioni di
pazienti), se non possibile a livello istituzionale. La musica passiva/d'ascolto oppure attiva /suonata-cantata e guidata) viene utilizzata anche x
alterazioni emotive, disturbi della coscienza e coma,x ridurre la sofferenza in ambienti di cura, nel cercare il benessere o sollievo in varie situazioni
critiche di vita o salute. Riesce a contrastare la depressione, facilitare il movimento in fase di convalescenza, sedare l'ansia, favorire o indurre il
sonno, combattere anche l'ipertensione. La musica "pervasiva" in una società idealmente e diffusamente "musicalizzata" per l'intervento di
politici - amministratori convinti è auspicabile per gli anziani già nelle abitazioni e centri di aggregazione e per mantenere e incrementare un loro
buon livello fisico, mentale, sociale ed emozionale. Andrebbe utilizzata negli ospedali, nelle RSA e case di riposo, nelle strutture psichiatriche e
per i minorati per alleviare paura e disagio, favorire il recupero. La stimolazione sensoriale e in generale intellettiva-mentale della musica
aiuterebbe corpo e cervello a superare le difficoltà ed handicap mentre recupera, rallegra e rende più acuti. La musica e musicoterapia (indicante
l'intervento di uno specifico operatore preparato a lavorare anche su pazienti) dsrebbe ben importante anche per pazienti oncologici perchè
diminuisce i dolori e migliora la qualità di vita. Una revisione dell'autorevole Cochrane conferma che qui la musica è efficace nel ridurre l’ansia,
l'affaticamento e altri sintomi fisici, riducendo il ricorso ai farmaci. Di rilievo il beneficio di far parte di una corale o di frequentare scuole di musica
x senior (senza limite d'età) per combattere la solitudine e godere di buona musica ; suggerimento per gruppi,comuni,parrocchie,
associazioni,scuole di musica, istituzioni.
Che musica proporre? Per molti la musica è sempre bella ma si discute molto qual'è quella proprio migliore, da privilegiare. Esiste di certo
molta musica spazzatura,accozzaglia di suoni senza profondità, invasiva e senza spessore, che non ci risuona dentro, e la musica prestigiosa del
periodo classico e postclassico che si dovrebbe preferire specie se gustata dal vivo. Ha valore pure quella jazz,folkloristica e popolare, colonna
sonora dei nostri anni migliori, con il potere di riportare ricordi ed emozioni della giovinezza, e quella del musicoterapista, personalizzata-
semplificata, con valenza specifica di cura. Da escludere di certo molti tipi di contemporanea, fracassona, insipida, diseducativa, che non ci
giova,non ci da nulla,fatta per essere rapidamente consumata e dimenticata; molto poi dipende da stato d'animo e contesto di vita; in un certo
momento può aiutarci anche quella più strana,meno nobile, che però ci fa piacere ascoltare o fare in una particolare situazione.
Dolore e musica: La musica distrae, ti fa dimenticare, allontanare dal dolore e può
dare al paziente una sensazione profonda di poterlo affrontare .Determina una inibizione endogena del dolore per il rilascio di endorfine (analoghi
endogeni dell'oppio che contrastano il dolore) e fa diminuire l'uso di farmaci antidolorifici.
Nella piccola chirurgia o miniinvasiva - in odontoiatria e nel parto, va proposta preliminarmente ( sala di aspetto) per rilassare,ridurre
l'apprensione, per poi utilizzare, durante la fase più dolorosa, dei brani preferiti/già concordati col paziente/ o scelti tra apposite playlist pubblicate,
in accoppiata comunque ai classici farmaci antidolore. Il dolore è meglio controllato se il paziente riesce ad evitare le varie reazioni vegetative e
di paura come cardiopalmo,respiro affannoso, tremori-sudorazione, grida. La musica lenta certamente calmerà cuore e respiro.
Beneficio di amare-praticare la musica: gli esperti ripetono che una intensa attività musicale a lungo nella vita, come
nei professionisti, ha la forte probabilità di poter preservare nel tempo le riserve cognitive-mentali, come una "assicurazione" contro il decadimento
mentale senile, e che molti musicisti campano a lungo, lucidi ed attivi da vecchi.
E si dice: quando si fa musica non si pensa mai male (non si han pensieri negativi/aggressivi).
L’addestramento-istruzione musicale induce: cambiamenti-modificazioni nel cervello sia macroscopiche che
funzionali (nelle sue connessioni viste grazie alla risonanza avanzata) ,x modifiche nei sistemi motori coinvolti nel canto o nel suonare uno
strumento, cambiamenti nelle aree del sistema uditivo cerebrale atte a riconoscerne elementi costitutivi (caratteristiche della struttura musicale
come armonia, ritmo e metrica); infine rinforzo delle aree visive per la pratica di lettura degli spartiti musicali.
La risposta registrata dal cervello alle note suonate su un pianoforte per esempio è maggiore del 25% nei musicisti. Questo fenomeno è legato
all’età di inizio degli studi musicali: prima ha cominciato, maggiore è l’incremento (come nello spessore della corteccia cerebrale).
Quando un settore cognitivo diventa particolarmente rilevante, la connettività cerebrale subisce una riorganizzazione su vasta scala, indicando una
forte plasticità nella formazione dei circuiti corticali, stimolando la musica massicciamente le vie di associazione visive, acustiche ma anche
motorie, rilevanti x le ricadute sull'attivazione e rieducazione appunto motoria. Il semplice ascolto della musica sarebbe già una sorta di
comoda,straordinaria "ginnastica passiva" cerebrale.
Vantaggiosa l'educazione musicale nei bambini: meglio se precoce e scolastica e comprendente
musica dei vari generi-culture. Per gli esperti:
Migliora le abilità motorie,coordinazione e manualità.
Migliora lo sviluppo del linguaggio, l'acquisizione di altre lingue e abilità matematiche.
Farebbe lavorare meglio e di più il cervello migliorando la memoria e la concentrazione.
Migliora la disciplina e capacità di saper lavorare in gruppo.
Favorisce la creatività dei piccoli.
Aumenta l'attenzione (fondamentale per lo studio anche musicale).
Fa raggiungere le migliori pagelle scolastiche. Aiuta i bambini problematici, malati, con handicap,
meno dotati e la loro gestione in classe. Già dalle elementari si dovrebbe insegnare ed usare di più la musica per facilitare gli esercizi fisici e
migliorare la loro esecuzione. La musica accompagna e favorisce la danza e il ballo. E' usata anche per movimenti stilistici e negli
sport di esibizione.
Maggiori sono le conoscenze musicali maggiore sarà la possibilità da grande e anziano di poter gioire della musica ascoltata e praticata. Pare
proprio che introdurre il figlio anche piccolo alla musica sia il miglior regalo che i genitori possano fargli.
Ideale che l'inizio del training musicale , motorio e uditivo cada quando il cervello è in periodo critico (molto favorevole) di sviluppo/fertilità, cioè
precocemente, ma non troppo( non prima dei 4 anni) per non richiedere l'impossibile e stressare il bambino), e -importante- evitando di
considerarlo già un genietto perchè fa cose sorprendenti; va aiutato a maturare globalmente, fiduciosi che comunque lo studio e pratica portati
avanti giornalmente per anni induce incredibili adattamenti del cervello perchè è straordinariamente plastico e plasmabile nell'infanzia.
L'altalena delle scoperte scientifiche. l'effetto Mozart:
Gli scienziati non sono riusciti a dimostrare l ' esistenza dell'effetto Mozart studiato con conclusioni diverse a partire dal '90 . Nel '98 il governatore
della Georgia( non il solo) è stato travolto da una campagna mediatica x aver fatto acquistare a tutte le famiglie con bambini un cd di Mozart
basandosi su di un articolo a favore.Tra vero e falso la polemica si è trascinata a lungo, nonostante che pareva che anche i topolini migliorassero
l'efficienza di uscire da un labirinto dopo l'ascolto di Mozart. Anche se l'effetto di far divenire più intelligenti i bambini che ascoltano una particolare
suonata di Mozart (la k448) non è dimostrato, è chiaro che la musica, meglio se del periodo classico/settecento) con il carattere simmetrico,
sereno, equilibrato, con ripetizioni -elaborazioni di vario genere, e la grande quadratura matematica che tanto piace al cervello, porta benefici allo
sviluppo mentale e pure fisico del bambini; meglio se si aggiunge una educazione musicale e l'insegnamento di uno strumento. Allora forse hanno
ragione quei genitori che hanno incluso nella routine dell'weekend di stare con i figli ad ascoltare-suonare assieme un'oretta della miglior musica.
Si chiama melomics health e viene da Malaga l' idea di creare melodie - brani musicali artificiali- con
sintetizzatori,algoritmi e l'intelligenza artificiale ( setting sperimentali scientificamente validati) per studiare gli effetti fisiologici della
musica,premessa a comprendere meglio come e perché un certo tipo di ascolto musicale produce specifici effetti, forse preludio dell'uso della
musica come un farmaco (certa musica x certa malattia); altro stupefacente progresso che ci affascina nel seguire gli studi su cervello, musica e
musicoterapia.
Curiosità: I vermi musicali cerebrali-acustici (earworms)
Così si chiamano i motivi musicali che sono ricorrenti nella nostra mente (il ritornello che non smette mai), non riusciamo a far cessare con la
volontà,a lungo fastidiosi, refrattari a tutto, favoriti da riduzione dell'udito, ansia, depressione,uso di certi farmaci; ma non sono patologici.
La colpa non è dell'orecchio ma del cervello che è ossessivo e ripetitivo nel suo funzionamento. Forse qualche
stratagemma per stopparli c'è:provare spalancando la bocca e gridando,riascoltando quel pezzo fino alla fine, dedicarsi al altro di distraente.La
lotta frontale contro di essi li renderebbe ancor più assillanti.
Sinestesia è un alterato fenomeno percettivo in cui la stimolazione di un senso, come l'udito, stimola contemporaneamente un'altra via come la
visiva o tattile. Ascoltando musica, si avvertirà una sensazione visiva, in forma di colore o lettere o numeri o sfioramento o altre strane sensazioni.
L'orecchio assoluto o Absolute-perfect Pitch è la straordinaria capacità di numerosi musicisti, ma non solo, di riconoscere
l'altezza di una nota e tonalità del brano senza alcun riferimento o suggerimento. Spesso vi sono sinestesie, ereditarietà e lunga pratica musicale.
Si sta studiando se effettivamente ascoltare certa musica - di nuovo Mozart- sia una cura o un aiuto per l'epilessia. Sarebbe in apparente contrasto
con l'epilessia musicogenica, un tipo molto raro di crisi epilettiche "riflesse" scatenate proprio dall'ascolto o anche dal pensiero di un brano musicale, o anche
semplici note a forte impatto emotivo, a partenza dal lobo temporale (quello acustico) di dx, fortunatamente trattabile con farmaci o chirurgia.
Buone notizie: è proprio confermato x i musicisti l'utilità del più potente veleno che c'è in natura : la tossina botulinica, sorella di
quella del tetano, usata sopratutto a scopo estetico. Viene iniettata quando il musicista-strumentista ,è colpito da un disturbo del controllo-
coordinazione muscolare tipico del superlavoro, come nel preparare un pezzo difficile, analogamente a quanto succede nel "crampo" dello
scrivano. Il neurologo esperto in tossina studierà se c'è un conflitto tra muscoli che si attivano disordinatamente e potrà risolvere il problema
ridonando a molti che non riuscivano più a suonare il ritorno miracoloso al lavoro.
Eccezionale la cura con la musica (o meglio il canto) per superare una lesione - in genere per ictus- del centro della parola ( l'afasia). Il paziente
si eserciterà e migliorerà cantando invece che pronunciandole, le parole o frasi che non riesce ad esprimere con la semplice parlata.
Assodato che chi era un musicista, pianista da tempo( un professionista) ha buona chance di riprendersi da una paresi della mano se era quella + usata x suonare ,
specie fin da bambino, perchè il cervello lì era supersviluppato e sopporta-supplisce alla lesione .
Sull’effetto terapeutico del binomio musica-linguaggio del songwriting:
Il musicoterapista C.Tregambe lo spiega convinto: è l’utilizzo creativo della scrittura di canzoni, originale strumento già consolidato in ambito terapeutico, proposto
dai musicoterapeuti che lavorano negli ambiti preventivo, scolastico, demenze e dipendenze. E' una delle varie tecniche di musicoterapia validate x migliorare i
pazienti con morbo di Alzheimer. Con la guida del musicoterapista i pazienti (il lavoro può svolgersi sia singolarmente che in gruppo) sono condotti
all'interno di un'attività creativa che culmina nell'ideazione e nella scrittura del testo (e, ove possibile, anche la parte musicale) di una canzone coerente
con gli obiettivi terapeutici. Il processo che porta alla canzone tramite l’utilizzo di uno strumento piacevole e creativo, valorizza le capacità residue degli
utenti, portando un possibile miglioramento delle facoltà cognitive e, nel caso di un'attività di gruppo, al miglioramento della coesione gruppale dello
stesso.
Cervello ed improvvisazione: scoperto cosa succede quando un musicista si alza in piedi per fare l'improvvisazione/ il suo
assolo. Emerge l'apoteosi della creatività, la libertà, lo stato indifferenziato -regressivo; pur col rispetto di qualche regola musicale fondamentale,
ma con l'emergere di ricordi e conoscenze musicali attinti dalla immensa e straordinaria musicoteca del cervello : tutto connesso a un tipico
schema di attivazione cerebrale (ora visto bene con la risonanza) nella zona prefrontale( la parte + anteriore del cervello-sopra gli occhi, addetta a
controllare la nostra istintualità ) con disattivazione di altre parti che spengono i nostri filtri, lasciando libero il cervello. Ciò permette una
generazione interna di idee e la formazione di connessioni senza freni/ approvazione sociale; Ricorda le associazioni libere di Freud. Il solista ora
è il bambino che fa i primi passi da solo-"senza rete"-per poi rientrare,finita la sua esibizione-fatto il suo volo, soddisfatto nel gruppo
solidale/protettivo, ove dovrà però rispettare "regole" formali, meno entusiasmanti.
Perchè la musica ci piace così tanto?La gioia della musica spiegata nei dettagli a Montreal. Si è arrivati con
studi raffinati a comprendere finalmente i suoi segreti neurochimici, non proprio semplici: Gran parte della musica sfrutta il sistema di
ricompensa-gratificazione del cervello- quello che riguarda anche gioco d'azzardo droga,sesso,cibo (i piaceri della vita) con il rilascio di di
dopamina e di oppiodi per procurarci gioia e motivarci a riascoltarla ancora,(maggiormente per il genere musicale che si preferisce). Si attiva il
sistema del piacere e delle emozioni: può comparire una "eccitazione- della pelle” con orripilazione e brividi di piacere lungo la schiena. Nessun
altro mezzo di comunicazione(vedi linguaggio) sarebbe in grado di provocare risposte emotive altrettanto forti.
L'autogratificazione dell'ascolto musicale è un efficiente conforto tonificante sempre pronto a consolarci e rallegrarci. La ricerchiamo infatti quando
ci sentiamo giù, sempre che non siamo tra i pochi sfortunati che non vi provano piacere (anedonia musicale). Il piacere musicale coinvolge tutto il
cervello, ma in particolare il sistema limbico tra cui l'ippocampo x i ricordi, l’amigdala (per il significato emozionale degli stimoli) il centrale nucleo
accumbens e i nuclei della base con il rilascio di "neuro-tramettitori" del piacere.). Recenti, ingegnosi esperimenti hanno riconosciuto una
sorprendente via ulteriore del piacere musicale"da aspettativa" che percorre un circuito cerebrale similare. La gratificazione è minore-assente
quando la conclusione( musicale) è esattamente come previsto ( piuttosto noiosa) o quando è completamente imprevedibile mentre è massima
quando tocca un punto "caldo/hot spot " ( se meglio di quanto aspettato). Rispettando il brano musicale delle regole musicali fisse, noi supponiamo
che un suono sarà seguito da un'altro, uno svolgimento del tema-musicale avrà una certa conclusione obbligata. La previsione è la capacità di
anticipare gli eventi per preparare una risposta adeguata, essenziale nella nostra vita. Ne deriva che quando ascoltiamo musica, non solo ne
valutiamo relazioni e proprietà nelle aree cerebrali acustiche e frontali ( brave in queste analisi), ma facciamo immediatamente previsioni su ciò
che accadrà).La violazione di tali aspettative e la differenza tra quanto ci aspettiamo e quanto in realtà avviene fa scattare il sistema di
ricompensa. Lo sa bene il musicista, che suscita il maggior piacere dalla tensione creata, portando l'ascoltatore ad aspettare a bocca aperta la
conclusione, a volte volutamente posticipata -manipolata. L’aspettativa sarebbe evocata dall’anticipazione mentale della parte più godibile nei
brani se familiari ma anche in quelli non noti per una conoscenza implicita della musica incontrata nel corso degli anni, interiorizzando la struttura
musicale della propria cultura (considerato che abbiamo/conosciamo già tutta la musica dentro il nostro cervello. L'inatteso ( del brano musicale in
ascolto) nello stesso tempo innesca un meccanismo che facilita l'apprendimento del brano che stiamo ascoltando, il che può favorire pure
l'apprendimento musicale e, mentre rinforza la ricompensa, ci porta a ricercarlo sempre più, e a imparare come ottenerlo. Lo stesso meccanismo
varrebbe anche per altri stimoli astratti come l'arte, non troppo diversa dalla musica.
Le musiche più apprezzate si bilanciano così tra prevedibilità e sorpresa, punto centrale della esperienza estetica della musica. Noi ne siamo
estasiati specialmente quando il brano ci sorprende con variazioni improvvise-inaspettate - "strane" ma non troppo, mentre, quando la musica è
troppo semplice o magari troppo complessa, finisce per infastidire o annoiare. La miglior musica non seguirà formalmente le convenzioni e
ha il dono della moderazione nella abilità di sorprendere l'ascoltatore con delle novità entro una schema prevedibile-rassicurante.
L'emergere della neuroestetica: I neurologi si stanno occupando non solo di musica ma anche di altro esteticamente
rilevante. Tutte le esperienze estetiche- di piacere- legate alle varie arti si assomigliano, sembrano molto pervasive nell'uomo, nel nostro dna, nel
nostro cervello. Il potere di dare piacere ed emozioni forse è legato ad una influenza sulla sopravvivenza della specie. Sarebbero fondamentali per
la salute, il benessere, l'apprendimento, per la comunicazione e la socialità .E' un campo all'incrocio tra neuroscienza , estetica ( filosofia e
psicologia ) le arti, meccanismi biologici ed evoluzione umana. Già lanciato lo slogan :
il superpotere evoluzionario delle arti: musica, l'arte, il teatro, la danza, la letteratura, la poesia, le arti visive, il paesaggio ci aiutano in molte
patologie-problemi e ci migliorano l'esistenza. Sembra proprio che gli artisti l'abbiano capito prima degli scienziati!
Le arti sarebbero veramente un superpotere rivoluzionario da non sottovalutare, da accoppiarli di certo alla musica nella terapia. Siamo anche
artefilici e artedipendenti.
Terrorizzarci con la musica: Manipolarci, terrorizzare ed emozionarci a tradimento con la musica: oramai i professionisti delle
musica nei film, jingle, pubblicità, sanno come prendersi gioco di noi sfruttando le nostre "debolezze musicali" pur di impressionarci e far passare i
loro messaggi commerciali. Esistono professionisti anche della musica dei film horror; puntano all' amigdala, la piccola struttura cerebrale mediana
centro delle reazioni emotive, che comanda le risposte di allarme-paura, stress, fuga.
E sanno giocare molto bene con allusioni musicali, creando aspettative, usando i crescendo, ritmi incalzanti, volumi, pause, suoni e strumenti
inconsueti, dissonanze, timbri sonori estremi,tonalità minori, suoni sintetizzati, ripetizioni ad iosa. Eppure non conosco un garante che ci difenda
da questa invasione continua,fonte di vero malessere.
I donatori di musica: Nome di una rete nazionale( e non solo) di musicisti volontari per lo più medici,per i quali l’esperienza
emotiva ed umana dell’ascolto della musica dal vivo e di livello è un diritto di tutti, e in particolare di chi si trova ad affrontare situazioni critiche,
come proclamato dal gruppo italiano . E' una forma di volontariato sostenuta dalla generosità di molti sanitari e musicisti, dal piacere di trovarsi
assieme per una performance -gratuita- ma con la soddisfazione di vedere il sorriso tra gli spettatori, di fare una buona opera e anche di stare con
i "vecchi amici " musicisti reclutati a gran voce. E' praticata dai più disparati gruppi di musicisti, formazioni, cantanti, che, magari con l'aiuto di un
attore - presentatore, fanno uno spettacolo a più componenti per allietare la giornata degli anziani nelle case di riposo, degli ammalati negli
ospedali e residenze, i minori negli istituti, pur proponendo anche musica popolare e modesta. Quanto fa bene a spettatori coinvolti e pure ai
suonatori che hanno occasione di rispolverare gli strumenti , stare in gradita compagnia, divertirsi divertendo! Meriterebbe ampia conoscenza e
sostegno istituzionale.
Ognuno ha una propria ricetta per l'ansia e rilassarsi: dallo yoga e meditazione, dal bagno caldo ai
farmaci, (per quanto gravati da effetti collaterali). Una buona opzione è mettersi a suonare lo strumento preferito, meglio se in gruppo, o usare la
musica d'ascolto ( no controindicazioni , km zero); esistono molte buone raccolte in dischi, in rete e radio da ascoltare ma con la cautela di non
farlo in auto perchè talora così potenti che puoi addormentarti!
Il musical: forse il massimo che c'è:
Il musical, genere sia teatrale che cinematografico, figlio della operetta europea e del costume statunitense,vede il concorso di 3 arti: danza,
musica e cinema/teatro( spettacolo). Con queste premesse e i propri caratteri parrebbe avere un ruolo principe negli spettacoli musicali o artistici,
sommando i benefici portati dalla loro sinergia. Il movimento, il dinamismo che ne scaturisce, ovviamente se con musica piacevole, regia ed
interpreti di buon livello e l'insita freschezza-briosità, ha il potere di farci dimenare sulla sedia e riesce a soddisfare anche lo spettatore più tiepido.
N.B. Sebbene gli studi neuromusicali siano nella loro infanzia, vi sarebbero a conforto consistenti basi scientifiche e molte concordanze tra di
essi. L'emergenza di voci autorevoli di molte università e il supporto di team multispecialistici internazionali di ricerca con strumenti sofisticati di
lavoro hanno portato alla comprensione di molti fenomeni nel rapporto musica-cervello e acquisito certezze nel loro inquadramento e
conseguenti applicazioni terapeutiche.
dr. Renzo Bassi Verona
neurologo - consulente UILDM Verona e associazione Alzheimer Verona
(bassi.renzo@tiscali.it) per contatti e bibliografia
Terza parte di "riflessioni neuromusicali" presenti su web di legnagomusica.it > bassi renzo e in stampa su Veronamedica ( bollettino dell'ordine
dei medici di Verona) del 9/2018 : Musica e M.T.)
accettato x la pubblicazione sul bollettino ordine dei medici di vr. 2021