GABRIELE BELLINI E’ nato a Legnago nel 1936. Si è diplomato al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e al Conservatorio G. Verdi di Milano, frequentando i corsi di composizione di Franco Donadoni.  Ha iniziato gli studi direttoriali con Franco Ferrara, lavorando poi con i Maestri Scherchen, Celibidache e Swarowsky.  Come direttore di musica sinfonica ed operistica è stato invitato dai maggiori Enti Musicali Italiani, tra i quali il Teatro alla Scala (per molti anni è stato direttore collaboratore), il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Comunale di Bologna e di Genova, la RAI di Roma e di Torino, l’Ente Lirico Arena di Verona ecc. Ha partecipato a numerosi Festival all’estero: Gulbenchia (Lisbona), Schwetzingen (Germania), Praga Daro Festival, Festival Musique a Montreux , Hong Kong Arts Festival. E’ Stato nominato direttore musicale del Festival Operistico negli Stati Uniti  al Grand Opera Connecticut. Collabora con teatri inglesi per le opere liriche italiane. E’ docente di direzione d’orchestra al Conservatorio G.B. Martini di Bologna.   da mascherpa » 21 feb 2006 12:46  Ci ha lasciati la settimana scorsa questo cornista e direttore di notevole livello, poco presente negli ultimi vent'anni in Italia.   Originario della bassa veronese, cominciò la carriera a Venezia e fu poi primo corno dell'orchestra della Scala, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.   "Maestro sostituto" di Claudio Abbado e "maestro della banda" della Scala, fu sul podio del teatro milanese come titolare di spettacolo per il dittico di balletti Signorina Giulia – The Eagle's Nest. Il mio peronale ricordo è che fu una delle rarissime volte, alla Scala, in cui valesse la pena d'ascoltare anche l'esecuzione musicale del balletto.   Dirette da lui ricordo anche, a Venezia, credo nel '77, una Poppea, e a Bologna, mi sembra nell'84, una Lucrezia Borgia (la prima volta che sentii quest'opera in teatro; protagonista era la Ricciarelli).   Fu poi, per circa un decennio, apprezzatissimo direttore d'una delle istituzioni d'opera olandesi e successivamente si stabilí nei dintorni di Milano, dove lo vidi per l'ultima volta sei-sette anni fa. In quest'occasione mi regalò alcuni suoi nastri, tra i quali mi sembrano particolarmente apprezzabili un video del Wozzeck e un second'atto della Butterfly, entrambi drammmaticamente molto serrati e trascinanti dove occorre. Desiderava molto dirigere la Lecouvreur, ma non mi sembra che alcuno dei nostri teatri gliel'abbia poi offerto.   Anche una sua registrazione bulgara della Tosca, in cui diresse la Kabaivanska, vale, a mio parere, non solo per la famosa protagonista. Diretto da lui, la casa Arts ha pubblicato anche un Matrimonio segreto.   L'avevo conosciuto personalmente in occasione d'una prova d'orchestra alla Fenice, un piovosissimo pomeriggio veneziano dell'autunno 1978: stava provando il lungo e ostico Pelléas et Mélisande di Schoenberg. A un certo punto, il comune amico che m'aveva fatto entrare s'allontanò e ricomparve con una partitura, sulla quale seguimmo il resto della prova.  Piú tardi, a tavola, gli chiesi perché in un certo passo non faceva risaltare "di piú" le tre arpe, lì a parti separate. Mi rispose, serissimo, che il tentativo di fare eseguire quel pezzo cosí com'era scritto aveva portato a una minaccia di sciopero, seppure formulata in dialetto, da parte dell'orchestra...  La stessa sera gli dovetti la migliore presa in giro d'argomento musicale della quale io sia mai stato"vittima". Venimmo a parlare del Mosè che sarebbe andato in scena alla Scala di lí a qualche mese. Gli chiesi, per darmi ancora un po' di tono, che versione ne sarebbe stata eseguita; mi guardò fisso per un attimo e chiuse il discorso con una battuta che, a mio parere, surclassa qualsiasi dibattito sulla "filologia" nella pratica teatrale: «Non si preoccupi, durerà sette ore».   Sit tibi terra levis, Gabriele. legnagomusica.it
Gabriele Bellini direttore d’orch.
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